UNA VACANZA A MARINA DI SAN VITO CHETINO. L'estate 2019 ho trascorso una settimana alla marina di San Vito chietino vicino a Pescara. Ho avuto la fortuna di alloggiare presso l'eremo dannunziano vicino alla marina.
'Eremo dannunziano (chiamato anche eremo di San Vito) è un casolare (adibito ad eremo) costruito su un promontorio localizzato nella contrada delle Portelle a San Vito Chietino, dove nell'estate del 1889 risiedette Gabriele d’Annunzio.
La zona, nonché il promontorio stesso e il litorale sottostante, è chiamata promontorio dannunziano. A poca distanza vi è il Trabocco del Turchino e l'omonima spiaggia. In questa residenza il poeta pescarese soggiornò dal 23 luglio al 22 settembre 1889 insieme alla sua amante Barbara Leoni soprannominata la “bella romana”; qui trovò ispirazione e ambientazione per il Trionfo della Morte, ultimo della cosiddetta trilogia dei Romanzi della Rosa dopo Il piacere e L'innocente. Nel testo è ai piedi del promontorio che i protagonisti del romanzo perdono la vita.
La residenza, oggi di proprietà privata, può essere visitata d'estate su richiesta.



Trabocco del turchino
Sotto la casa di D'annunzio troviamo il trabocco di Punta Turchino.
Questo trabocco ed è uno dei più belli, storici ed ammirati di tutta la riviera dei trabocchi e si trova in una piccola sporgenza della costa chiamata promontorio di Capo Turchino.
E’ realizzato su palizzate di legno senza fondazioni ma fissate in equilibrio, a volte con strallo di cavi e con fissaggio di pali alla roccia. Attraverso un percorso su tavole di legno da riva si arriva al casotto di pesca e alla piattaforma dalla quale, attraverso un complesso sistema di tiranti e bilancieri, è possibile immergere e ritirare le reti da pesca.
Il famoso trabocco di cui parla D’Annunzio nel suo “Trionfo della morte”, e così lo descrive il Vate “…all’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e travi, simile a un ragno colossale…“.
Nella notte tra il 26 e il 27 luglio 2014 durante una mareggiata il trabocco stesso è stato distrutto dai fluiti; il suo restauro durato un anno di lavoro, ha consentito la rinascita di un simbolo, riconoscendo la sua valenza culturale, storica e artistica.


ENOGASTRONOMIA
I cibi tipici di San Vito sono il pane rustico cotto nel forno a legna, l'olio sapido e profumato, i vini rossi e bianchi, gli arrostisci (spiedini di carne di pecora) e la cucina di pesce dove trionfano gli 'Guazzetti e il Brodetto'.







